Finanziarizzazione/Volpi

I padroni del mondo. Come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia- Alessandro Volpi – Laterza (2024)


In una ventina d’anni alcune societa’ finanziarie hanno conquistato l’economia mondiale e non solo.
Si tratta in particolare di quattro o cinque grandi fondi speculativi – a cominciare da Vanguard e Black Rock – che, ancora marginali all’inizio del nuovo millennio, hanno cavalcato le crisi, hanno beneficiato dell’operato delle banche centrali e dei governi, e hanno sfruttato, accelerandolo, il processo di smantellamento degli Stati sociali e di privatizzazione della societa’.
In estrema sintesi sono diventati i veri “signori del mondo”, in grado di condizionare i prezzi e gli scenari economici e politici in maniera assolutamente determinante.
Oggi, tali fondi possiedono una larga fetta del capitale di tutte le piu’ grandi imprese mondiali di quella che viene definita economia reale e sono decisivi nella tenuta delle monete e nelle sorti dei debiti degli Stati.

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Finanziarizzazione/Volpi

I padroni del mondo – Alessandro Volpi – Laterza (2024)


Sta modificandosi anche la natura delle banche centrali.
La Banca centrale europea, in particolare, e’ sempre piu’ responsabile della finanziarizzazione trionfante.
L’istituto di Francoforte, infatti, sembra non comprendere che la disponibilita’ di una liquidita’ enorme nelle mani di pochi fondi muta i tratti della politica monetaria. Con il progressivo aumento dei tassi la Bce riduce la liquidita’, che significa credito bancario, quindi un canale di finanziamento dell’economia reale.
Ridurla alzando i tassi non significa affatto abbattere la liquidita’ che incrementa la speculazione, perche’ ormai gran parte della speculazione si alimenta attraverso i fondi e attraverso quella che era definita shadow banking e che ora si chiama “intermediazione finanziaria non bancaria”
I grandi fondi sanno fare a meno delle banche centrali, mentre l’economia reale e i debiti pubblici sono strangolati dal rialzo dei tassi.

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Finanziarizzazione/Volpi

I padroni del mondo. Come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia – Alessandro Volpi – Laterza (2024)


Nel nostro paese Black Rock possiede il 5,2% di Unicredit, il 5,7% di Mps, il 5% di Intesa e il 4,8% di Telecom Italia, ma le sue partecipazioni si estendono ad Atlantia, Azimut, Prysmian, Ubi e a numerose altre realta’, oltre a quelle sopra citate, riferite a multiutility e partecipate pubbliche.
Un caso interessante e’ quello di Mediobanca. A fine ottobre del 2023 i giornali italiani hanno dato ampio spazio all’elezione del cda di Mediobanca, presentandola come uno scontro interno al “capitalismo italiano”. Non e’ proprio cosi’: il 36% del capitale di Mediobanca e’ in mano a fondi americani, tra cui ha un posto di rilievo proprio Black Rock, e un altro 18% proviene dal Regno Unito, ma e’ in larga parte composto da fondi internazionali. Dunque, ben oltre il 50% della proprieta’ di Mediobanca e’ nelle mani della grande finanza globale. La quota in mano agli azionisti italiani arriva a stento al 15%, data la presenza di fondi esteri nella Delfin della famiglia Del Vecchio.
Il “grande condizionamento” lascia dunque ben poca autonomia alla piu’ tradizionale banca d’affari italiana! Ma considerazioni analoghe si possono fare per altre societa’ (tra virgolette) “italiane”.

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Finanziarizzazione/Volpi

I padroni del mondo – Alessandro Volpi – Laterza (2024)


La finanza sta occupando ogni spazio possibile, non tralasciando alcun ambito.
Stanno sviluppandosi sempre piu’ persino gli strumenti finanziari che scommettono sul prezzo delle opere d’arte.
Non piu’ soltanto fondi che comprano e vendono opere e neppure soltanto opzioni di acquisto a scadenza. Stanno moltiplicandosi i contratti derivati che, appunto, derivano il loro valore dal prezzo dell’opera d’arte su cui scommettono, naturalmente senza possederla.
L’esito di un simile fenomeno e’ immaginabile: saranno le scommesse a determinare il prezzo delle opere, molto spesso senza alcun legame con il loro valore artistico e con le valutazioni della critica. Se i grandi fondi decidono che un artista e’ un fenomeno, scommetteranno per farlo diventare tale e ci riusciranno.
L’arte finanziarizzata serve solo a far fare soldi soprattutto ai fondi, che stravolgeranno l’idea stessa di mercato dell’arte.

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Finanziarizzazione/Volpi

I padroni del mondo – Alessandro Volpi – Laterza (2024)


Un tema centrale nella questione del ruolo dei fondi e’ costituito dal loro rapporto con l’indebitamento, a cominciare da quello pubblico […]
Ormai da anni, le agenzie di rating esprimono pagelle che sono determinanti nella formazione delle strategie di investimento dei fondi pensione e dei fondi istituzionali e persino nell’elaborazione delle condotte monetarie della Banca centrale europea.
Orientano il vastissimo mondo del risparmio gestito e incidono sull’istituto di Francoforte, che, pur dotato di propri organismi di valutazione, considera in maniera assai attenta i giudizi delle agenzie.
Sappiamo che le tre agenzie principali sono Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch, ma forse ricordiamo meno quale sia la loro proprieta’.
Vale la pena effettuare un breve ripasso.
Moody’s appartiene a Warren Buffett, attraverso il fondo Berkshire, e ad una decina di grandi fondi finanziari, tra cui Black Rock. Standard & Poor’s è controllata, attraverso McGraw-Hill, da un grande fondo come Capital World e, di nuovo, da Black Rock, Vanguard e Capital Research and Management, mentre Fitch e’ riconducibile ad Hearst Corporation.
In sintesi, i soggetti che esprimono valutazioni decisive sulla finanza, pubblica e privata, sono nelle mani di realta’ che partecipano direttamente al mercato finanziario e che ovviamente sono tutt’altro che imparziali.
Le sorti delle finanze pubbliche nel mondo discendono dunque dalle valutazioni di societa’ private che ovviamente devono fare profitti e che sono partecipate, in particolare dopo la crisi del 2008, dai piu’ grandi fondi finanziari del pianeta (come quelli che sono impegnati a scommettere a piene mani contro il debito italiano vendendo assicurazioni in caso di suo fallimento). Ma cio’ che rende ancora piu’ incredibile una simile situazione e’ che queste agenzie hanno gia’ causato enormi disastri finanziari, come nel 2001 e nel 2008 (pur garantendo lautissimi proventi ai loro azionisti).

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Finanziarizzazione/Galli

Arricchirsi impoverendo. Multinazionali e capitale finanziario nella crisi infinita – Giorgio Galli, Francesco Bochicchio – Mimesis (2018)

Il capitale finanziario domina i mercati e la politica: la riforma essenziale e’ quella di una sua regolamentazione al fine di responsabilizzarlo e razionalizzarlo, ma tale riforma diventa pressoche’ impossibile nel momento in cui lo stesso, per la posizione di dominio in cui versa, rifiuta ogni forma di controllo seria, effettiva, e incisiva […]
Conseguentemente, si pone la necessita’ di inserire tale riforma in un processo lungo di programmazione democratica dell’economia che ponga il capitale finanziario sotto il controllo pubblico.
Facile l’obiezione che lo Stato-nazione e’ troppo debole per realizzare tale ambiziosissimo risultato, di modo che, evidentemente, occorrerebbe quanto meno aspettare la costruzione effettiva dell’Unione europea su basi socialdemocratiche, il che e’ ben lungi dall’essere anche solo delineato […]
In definitiva, la finanza non va criminalizzata e nemmeno nazionalizzata, in quanto e’ necessaria per lo sviluppo dell’economia e deve essere dinamica e profittevole, ma e’ necessaria una direzione pubblica con controlli e indirizzi non burocratici e dirigisti ma tali da vincolare la finanza stessa alla sua funzione di selezione razionale degli investimenti da finanziare.

Info:
https://www.mimesisedizioni.it/rassegna/marchesi-libero-arricchirsi-impoverendo-galli-bochicchio.pdf
https://www.mimesisedizioni.it/rassegna/quotidiano-sud-arricchirsi-impoverendo-galli-bochicchio.pdf

Finanziarizzazione/Volpi

I padroni del mondo – Alessandro Volpi – Laterza (2024)


Elon Musk e’ l’uomo piu’ ricco del mondo con un patrimonio di 185 miliardi di dollari […]
Ha portato Tesla a valere oltre mille miliardi di dollari. Dunque, un genio.
In realta’ e’ stata la finanza a costruire questo miracolo di genialita’. Tesla, infatti, vende circa un milione di auto e vale, appunto, mille miliardi in Borsa, mentre Volkswagen, che di auto ne produce quasi 10 milioni, vale un decimo.
Qualcosa non torna. L’enigma si chiarisce tenendo presente che l’andamento del titolo Tesla e’ stato sapientemente pilotato dai grandi fondi, come Vanguard, che e’ il secondo azionista della societa’ di Musk.
Se serve, i fondi comprano il titolo e convincono gli investitori che esso salira’ ancora, spingendoli a comprare per accrescere la capitalizzazione. Una prassi, questa, che ha funzionato molto quando lo scoppio della pandemia ha provocato la crisi di numerosi titoli. Poi, magari, gli stessi fondi corroborano questa spinta con altri mezzi. Il titolo Tesla, ad esempio, si e’ impennato dopo l’annuncio di voler noleggiare auto elettriche da parte di Hertz (non a caso acquistata da un grande fondo pronto a comprare azioni Tesla). Mentre Elon Musk si prepara a sostenere la campagna.

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Finanziarizzazione/Volpi

I padroni del mondo – Alessandro Volpi – Laterza (2024)

[Lo] strumento utilizzato per realizzare la privatizzazione – e la conseguente finanziarizzazione con l’intervento decisivo dei grandi fondi finanziari – e’ stato e continua ad essere costituito dalle societa’ a cui sono stati affidati i servizi pubblici locali, le cosiddette multiutility.
Con questo termine decisamente smart si qualifica il risultato del processo di sostanziale accorpamento di monopoli naturali trasferiti dal pubblico al privato e soprattutto guidati da una logica finanziaria per cui l’obiettivo assolutamente prioritario sono i dividendi e i prezzi dei titoli, assai piu’ rilevanti rispetto alla qualita’ e al godimento universale di tali servizi.
Numerose di queste societa’, negli ultimi vent’anni, sono state quotate in Borsa e pesano ormai a tal punto da disporre di un proprio indice dedicato.
Le cento principali multiutility italiane hanno un valore pari all’8,5% del Pil nazionale, oltre 150 miliardi di euro, e tra il 2019 e il 2021 hanno visto crescere il valore della loro produzione del 18,6%. Di questo centinaio di societa’, la gran parte ha il monopolio del settore idrico e di quello dei “servizi ambientali”: coprono infatti la quasi totalita’ delle vendite di elettricita’, il 63% dei volumi del gas, il 67% dell’acqua e il 43% dei rifiuti urbani raccolti.
Una quindicina di multiutility supera il miliardo di euro di ricavi e praticamente tutte hanno beneficiato del forte rialzo del prezzo dell’energia. In estrema sintesi, negli ultimi vent’anni i servizi idrici, i trasporti, la distribuzione dell’energia, la gestione del ciclo dei rifiuti sono stati ceduti dalle amministrazioni locali a societa’ esterne, prima partecipate del tutto dalle amministrazioni stesse e poi sempre più caratterizzate dalla presenza di capitale privato […]
Il passaggio ulteriore e’ stato quello dell’approdo in Borsa, che ha definitivamente cambiato la natura delle medesime societa’ ponendole sotto l’insindacabile giudizio degli andamenti del mercato finanziario, facile preda della speculazione.
Le multiutility possono cosi’ pagare dividendi robusti ai propri azionisti perche’ il rendimento dei titoli e’ la preoccupazione principale di tali societa’, altamente finanziarizzate, dove spesso pubblico e privato convivono.
L’ossessiva ricerca dei dividendi tuttavia avviene, non di rado, a discapito dei servizi e persino dei conti stessi.

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I padroni del mondo – Alessandro Volpi – Laterza (2024)


Appare indispensabile, in assenza di risorse, “spostare” i servizi prima coperti dallo Stato attraverso la spesa pubblica verso il settore privato: in parole semplici, i cittadini e le cittadine dovranno dotarsi di assicurazioni private che coprano i servizi non piu’ garantiti dallo Stato stesso […]
Le dimensioni di questo fenomeno di spostamento verso il privato e le sue polizze finanziarie sono ormai assai chiare nel campo pensionistico in misura ancora maggiore rispetto a quello sanitario.
Nel giugno 2023 e’ stata presentata la relazione della Commissione di vigilanza sui fondi pensione che contiene vari elementi interessanti a riguardo. In primo luogo emerge che i titolari di una pensione integrativa sono 9,2 milioni, quindi una parte rilevantissima della popolazione italiana, con una prevalenza degli uomini rispetto alle donne. Il patrimonio complessivo gestito da tali fondi, che sono poco piu’ di 300, ammonta a quasi 206 miliardi di euro; dunque una cifra davvero consistente.
Uno degli aspetti piu’ significativi e’ costituito dalla destinazione di tali risorse che, come e’ ben chiaro, sono indirizzate in parte molto limitata all’economia del nostro paese. Si dirigono verso il debito pubblico italiano infatti solo 26 miliardi di euro, che rappresentano una porzione decisamente contenuta degli impieghi complessivi verso i titoli di Stato e verso le obbligazioni. In altre parole i fondi pensione italiani comprano, in stragrande maggioranza, titoli del debito di altri paesi e obbligazioni estere, non di rado messe in circolazione dai grandi fondi finanziari internazionali […]
Il futuro pensionato che ormai si trova coinvolto nel sistema dei fondi pensione sia per propria scelta, dettata non di rado dalla scarsa consistenza dei suoi contributi stipendiali, sia per effetto del “silenzio assenso” previsto dai contratti nazionali di categoria sta diventando, a tutti gli effetti, un soggetto finanziarizzato, legato assai poco all’economia del proprio paese e dipendente dagli andamenti dei mercati speculativi che non sempre peraltro vanno bene.

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Finanziarizzazione/Galli

Arricchirsi impoverendo. Multinazionali e capitale finanziario nella crisi infinita – Giorgio Galli, Francesco Bochicchio – Mimesis (2018)

Il capitale finanziario ha dato libera stura al proprio volto peggiore e alla speculazione, che, contrariamente a quanto avvenuto fino ad adesso, e’ ora in grado di arrecare danni non piu’ sopportabili.
In virtu’ del ricorso abnorme ai contratti derivati, che sono la forma piu’ rischiosa di investimenti, le banche d’affari americane sono andate in crisi gravissima nel 2008, e in violazione dei principi del liberismo e’ stato necessario il salvataggio da parte del Tesoro americano, con un esborso pauroso.
Le banche d’affari, dopo il salvataggio, sono riuscite a impedire qualsivoglia riforma del settore finanziario e hanno continuato imperterrite nei loro comportamenti ultra-speculativi, operando anche a danno degli Stati sovrani deboli e compiendo illeciti paurosi.
Chi potra’ risanare gli effetti della prossima crisi, inevitabile (a meno di un riformismo socialdemocratico di sinistra conflittuale e incisivo e non rinunziatario, che il capitale ben difficilmente rendera’ possibile, riformismo socialdemocratico di sinistra che unirebbe contestualmente le caratteristiche di salvare il sistema e di consentire alla classe salariata di organizzarsi) visto il dissennato ricorrere delle banche d’affari alla speculazione, alla ricerca di profitti enormi, convinte di traslare sullo Stato e sul risparmio le perdite?

Info:
https://www.mimesisedizioni.it/rassegna/marchesi-libero-arricchirsi-impoverendo-galli-bochicchio.pdf
https://www.mimesisedizioni.it/rassegna/quotidiano-sud-arricchirsi-impoverendo-galli-bochicchio.pdf