Capitalismo/Magatti

Mauro Magatti – Cambio di paradigma. Uscire dalla crisi pensando il futuro – Feltrinelli (2017)

Basti pensare al piu’ importante motore di ricerca del mondo, Google, il filtro e il catalizzatore delle nostre idee e desideri, la nostra porta sul mondo.
Quando digitiamo il nome di un pro
dotto o una localita’, quello che ci compare in cima alla schermata e’ spesso un indirizzo sponsorizzato che ha interesse a parlarci sulla base di un’informazione profumatamente pagata.
Lo stesso motore di ricerca, d’altra parte, nel darci le informazioni che cerchiamo fa riferimento al nostro profilo, costruito attraverso un algoritmo basato su tutte le ricerche che abbiamo fatto in precedenza.
Cio’ porta a suggerimenti ritagliati sulla nostra storia che tendono a confermarci in quello che siamo gia’.
Il punto fondamentale e’ che, nella societa’ digitale,i dati sono il nuovo petrolio.
E’ questo l’implicito del grande capitolo dei big data, punto cardine attorno al quale si stanno gia’ riorientando le strategie di marketing.
L’idea di fondo e’ che miliardi di individui lasciano miliardi di tracce che rappresentano gusti, desideri, scelte che interessano moltissimo 
alle aziende.
Raccolti e decifrati, questi dati permettono di sapere molte cose sui potenziali clienti. Ecco perche’ il data mining diventa oggi cosi’ fondamentale.

Info:
https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/cambio-di-paradigma/
https://www.culturaesviluppo.it/wordpress/wp-content/uploads/2018/01/Magatti.pdf
https://www.corriere.it/cultura/17_ottobre_13/magatti-mauro-sociologo-insicurezza-risentimento-nuovo-paradigma-societa-feltrinelli-23fb8884-b044-11e7-9acf-3e6278e701f3.shtml?refresh_ce-cp

Capitalismo/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Missione economia – Laterza (2021)

Anziche’ seguire un percorso di crescita sostenibile, il capitalismo ha costruito economie che gonfiavano le bolle speculative, arricchivano i gia’ immensamente ricchi che costituiscono l’1 per cento della popolazione e distruggevano il pianeta.
In molte economie capitalistiche occidentali, i guadagni reali, tranne che per pochi, non aumentano praticamente da oltre un decennio – in alcuni casi, come negli Stati Uniti, da diversi decenni – esacerbando le disuguaglianze tra gruppi e regioni, nonostante gli alti livelli occupazionali.
Le dinamiche della disuguaglianza spiegano perche’ il rapporto profitti/salari ha raggiunto livelli record.
Tra il 1995 e il 2013, i salari mediani reali nei paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) sono cresciuti a un tasso medio annuo dello 0,8 per cento contro l’1,5 per cento di crescita della produttivita’ del lavoro.
Nel periodo 1979-2018, i salari reali per il 50° e il 10° percentile della distribuzione salariale hanno subito una stagnazione: si e’ registrata una variazione cumulativa dei salari reali del 6,1 per cento nell’intero periodo per il 50° percentile e dell’1,6 per cento per il 10° percentile, contro il 37,6 per cento per il 90° percentile.
Nei paesi con maggiori risorse, il rapporto fra ricchezza privata e reddito e’ passato dal 200-300 per cento nel 1970 al 400-600 per cento nel 2010

Info:
https://www.laterza.it/2021/04/28/mariana-mazzucato-racconta-missione-economia/
https://francosenia.blogspot.com/2021/05/uneconomista-pericolosa.html
https://www.corriere.it/cultura/21_maggio_04/mazzucato-stato-innovatore-un-analisi-confortante-ma-discutibile-971fab64-acea-11eb-b89d-9c2f0a2ddccd.shtml
https://www.articolo21.org/2021/06/leconomista-mariana-mazzucato-in-missione-con-pietro-del-solda-al-festival-delleconomia-di-trento-4-giugno-2021/

Capitalismo/D’Eramo

Marco D’Eramo – Dominio. La guerra invisibile dei potenti contro i sudditi – Feltrinelli (2020)

Forse puo’ stupire, ma meno di un secolo fa la disciplina economica non faceva grande uso della matematica: in mezzo secolo cambio’ tutto.
Gia’ nel 1985 Deirdre McCloskey scriveva: “Specie dagli anni 1940 economisti di tutte le scuole sono stati incantati dal nuovo e scientifico stile di discorso.
La maggior parte delle riviste di economia oggi sembrano riviste di matematica applicata o di statistica teorica. […]
E’ dalla retorica differenziale che l’ideologia economica trae la sua apparenza non-ideologica.
La matematica funziona qui come strumento per oscurare la natura altamente opinabile delle conclusioni a cui giunge l’economia. La matematica e’ il cortocircuito per far assurgere l’economia a uno statuto di scientificita’.
Eppure molte scienze hanno compiuto progressi incredibili nel comprendere il mondo che ci circonda senza ricorrere alla matematica: basti vedere l’anatomia, o la botanica, o la zoologia.
Naturalmente in economia la modellizzazione matematica e’ utilissima, anzi indispensabile, come in tutti quei campi che sono gia’ di per se’ numerici, per esempio nel mercato azionario o dei derivati, in genere in tutta la finanza che tratta con oggetti “calcolabili”, e in cui ovviamente la teoria dei giochi di von Neumann e Morgenstern ha un ruolo decisivo.
Ma applicare questi modelli a situazioni eminentemente multifattoriali, e quindi non lineari, sfiora la ciarlataneria.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2020/11/recensione-marco-deramo-dominio/
https://www.internazionale.it/opinione/giuliano-milani/2020/11/10/marco-d-eramo-dominio
https://sbilanciamoci.info/i-meccanismi-del-dominio/
https://www.sinistrainrete.info/societa/17891-marco-d-eramo-la-bolla-dell-overtourism-si-e-sgonfiata-ma-tornera-presto-a-crescere.html

Capitalismo/Pilling

David Pilling – L’illusione della crescita. Perche’ le nazioni possono essere ricche senza rinunciare alla felicita’ – il Saggiatore (2019)

Secondo l’Ocse, la disuguaglianza e’aumentata per tre motivi principali.
Sono cresciuti i salari di quelle persone che erano gia’  ben pagate, in particolare banchieri, professionisti e dirigenti d’azienda; ci sono meno opportunita’ occupazionali per le persone con minor livello di istruzione, che sono state espulse in gran numero dal mercato del lavoro; e sono aumentate le famiglie monoparentali.
E’ diminuita la poverta’ fra gli anziani, ma fra i giovani adulti, specialmente quelli con figli, e’ salita drasticamente.
La graduale ripresa dopo la crisi finanziaria ha fatto poco o nulla per intaccare la disuguaglianza.
In genere, quando le economie si riprendono, la disuguaglianza diminuisce a mano a mano che le persone trovano lavoro, ma questa volta il fenomeno e’ stato compensato da una risalita dei prezzi delle attivita’, che avvantaggia in primo luogo quelli che gia’ se la passano meglio.

Info:
https://www.pericopidieconomia.info/2020/08/27/economia-di-mercato-pilling/
https://www.pericopidieconomia.info/2020/09/27/economia-di-mercato-pilling-2/
https://www.pericopidieconomia.info/2020/10/26/lavpro-pilling/

Capitalismo/Magatti

Mauro Magatti – Cambio di paradigma. Uscire dalla crisi pensando il futuro – Feltrinelli (2017)

Lo schema interpretativo che seguiro’ nelle prossime pagine distingue tre fasi attraversate dal capitalismo nel Secondo dopoguerra.
La prima, che si avvia nel periodo post-bellico e si prolunga fino alla crisi culturale e strutturale cominciata tra il 1968 e il 1969, ha avuto per fondamento lo scambio che in letteratura e’ chiamato fordista-welfarista.
Dalla crisi di questo modello e’ poi emersa una diversa soluzione che ha caratterizzato la seconda fase – di norma definita neoliberista –, i cui tratti hanno iniziato a stabilizzarsi a partire dagli anni ottanta.
Il neoliberismo ha trovato in Margaret Thatcher e in Ronald Reagan i propri paladini politici e nella caduta del Muro di Berlino l’evento storico fondativo.
In realta’, con le categorie di questo libro, quella alle nostre spalle e’ stata la stagione dello scambio finanziario-consumerista. “Finanziario”, in ragione della centralita’ del processo di finanziarizzazione, ovvero degli effetti della deregolamentazione e della ingegnerizzazione finanziaria che hanno reso possibile la massiccia 
estensione delle possibilita’ di accesso al credito e dunque all’indebitamento. “Consumerista”, per via della centralita’ del consumo come fonte del benessere e dell’identita’, oltre che della crescita economica […]
La terza fase e’ quella che ci aspetta e che nascera’ dalla risposta che sapremo dare alla crisi in corso.
L’instabilita’ nella quale viviamo da anni spinge verso la creazione di nuovi assetti che si consolideranno solo nel momento in cui saranno tratteggiati i termini di un nuovo scambio sociale […]
Prendero’ posizione a favore di quello che chiamo “scambio sostenibile-contributivo”, orientato a ricostruire su basi nuove la relazione tra economia e societa’.

Info:
https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/cambio-di-paradigma/
https://www.culturaesviluppo.it/wordpress/wp-content/uploads/2018/01/Magatti.pdf
https://www.corriere.it/cultura/17_ottobre_13/magatti-mauro-sociologo-insicurezza-risentimento-nuovo-paradigma-societa-feltrinelli-23fb8884-b044-11e7-9acf-3e6278e701f3.shtml?refresh_ce-cp

Capitalismo/Banos

Pedro Banos – Cosi’ si controlla il mondo – Rizzoli (2020)

Secondo il rapporto pubblicato il 24 maggio 2016 sulla pagina web Investopedia, le cinque famiglie piu’ ricche del mondo sono:
• I Rothschild […] Le ramificazioni di questa estesa dinastia, che ha fatto della discrezione il suo marchio identificativo, continuano ad accumulare una fortuna immensa, stimata in addirittura 2.000 miliardi di dollari […]
• La dinastia saudita, la cui fortuna si calcola in circa 1.400 miliardi di dollari.
• La famiglia statunitense Walton, che possiede i grandi magazzini Walmart e circa 152 miliardi di dollari. I dipendenti sono oltre 2,2 milioni e sono il piu’ grande datore di lavoro non statale del mondo.
• La famiglia Koch, anch’essa statunitense, con circa 89 miliardi di dollari investiti in numerosi affari.
• La famiglia Mars, statunitense e proprietaria della più grande compagnia privata di snack dolci. La sua fortuna è di circa 80 miliardi di dollari

Info:
https://dasapere.it/2020/11/22/pedro-banos-racconta-come-si-controlla-il-mondo/
https://www.startmag.it/mondo/come-la-cina-prova-a-fare-la-parte-del-dragone/

Capitalismo/Deneault

Alain Deneault -Economia dell’odio – Neri Pozza (2019)

Di fronte al fenomeno offshore, nell’autunno 2017 le autorita’ pubbliche francesi hanno chiaramente scelto di capitolare.
Invece di fare opera di contrasto nei confronti dei paradisi fiscali, la Francia si e’ messa a imitarli. […]
Il primo ministro Edouard Philippe ha dichiarato che lo Stato ha escluso dall’imposta di solidarieta’ sulla ricchezza (che tassa i piu’ ricchi a fini redistributivi) i profitti derivanti dai capitali per evitare che questi ultimi non se ne vadano o non restino “all’estero”, non osando parlare in maniera esplicita delle legislazioni offshore e della logica del dumping fiscale che tali capitali producono nel mondo.
Stessa posizione per quel che riguarda gli utili delle imprese, questa volta annunciata dal ministro dell’Economia e delle Finanze Bruno Le Maire: in nome della “concorrenza fiscale”, in Francia l’aliquota di tassazione sulle società passera’, entro il 2022, dall’attuale 33,3 per cento al 25. Ovvero: le autorita’ pubbliche non solo non combattono lo scandaloso permissivismo normativo dei paradisi fiscali, ma s’ispirano alle loro pratiche […]
La Francia da’ invece prova di riserva mentale quando dovrebbe a sua volta contestare, a livello diplomatico politico e commerciale, le legislazioni compiacenti come quelle adottate da paesi come Irlanda, Paesi Bassi, Lussemburgo, Bahamas, Liechtenstein o Isole Marshall.
Per cosa esattamente? Il piu’ delle volte, quelle legislazioni specificano che i profitti provenienti dall’estero potranno essere oggetto di tornaconti straordinari solo a condizione di non riguardare affatto la loro economia reale.
Cosi’ in questi paradisi fiscali si creano degli enti giuridici […] che non conducono nessuna attivita’ nello Stato che le rende possibili, pur rivelandosi al di fuori della portata delle istituzioni pubbliche dei paesi interessati dal capitale che esse amministrano.
Queste legislazioni cosi’ elastiche permettono all’oligarchia finanziaria e industriale mondiale di convogliare miliardi di miliardi di dollari verso regimi anomici, comportando una destabilizzazione dell’ordinamento economico mondiale pur nell’evidenza dell’assurdita’ di vari dati ufficiali. Per esempio, Jersey e’ presentato come grande esportatore di banane o le Isole Vergini britanniche come partner commerciale del calibro della Cina.
Ma, invece di contrastare il fenomeno, alcune grandi potenze, come appunto la Francia, si piegano alle regole del gioco come se quest’ultimo fosse davvero sensato. Cosi’, ecco spuntare la necessita’ di ridurre di svariati punti l’aliquota riguardante i redditi delle imprese, come gia’ fanno il Regno Unito, la Svezia, la Danimarca, la Germania e la Finlandia, per non parlare di quella incredibilmente bassa dei paesi dell’Europa orientale, i quali a loro volta affermano di doversi difendere dalla concorrenza fiscale delle Barbados, della Svizzera e di Hong Kong […]
Il denaro spostato nei paradisi fiscali non comporta soltanto delle perdite considerevoli nei diversi erari per il fatto che non viene tassato; esso crea anche un fenomeno di dumping a livello planetario.
Emulandosi a vicenda, molti dirigenti politici di rilievo internazionale stanno provvedendo, ciascuno nel proprio paese, alla riduzione delle aliquote d’imposta sul capitale e sui relativi redditi. Tali costi si misurano in maniera dolorosa, specialmente in drastiche perdite di servizi e di programmi sociali, per non parlare del debito pubblico destinato a salire di conseguenza, o dell’aumento delle tariffe dei servizi pubblici non ancora soppressi

Info:
https://neripozza.it/libri/economia-dellodio
https://www.che-fare.com/violenza-buona-governance-deneault/

Capitalismo/Saez

Emmanuel Saez, Gabriel Zucman – Il trionfo dell’ingiustizia. Come i ricchi evadono le tasse e come fargliele pagare – Einaudi (2020)

Oggi il perno dell’elusione fiscale e’ uno strumento efficace e versatile: la societa’ di comodo offshore.
Salita alla ribalta nel 2016 dopo lo scandalo dei Panama Papers, la societa’ di comodo offshore e’ una sorta di utensile multifunzione.
La si puo’ usare per evadere non solo le imposte su successioni, plusvalenze, patrimonio, reddito personale e societario, ma anche le ritenute sui pagamenti internazionali di interessi, dividendi e royalties.
Torna utile per frodare l’IRS, l’ex moglie o l’ex marito, i figli, i soci in affari e i creditori. E serve pure a chi abbia in mente di fare insider trading (abuso di informazioni privilegiate), riciclare denaro, intascare compensi illeciti, finanziare sottobanco una campagna elettorale o gruppi terroristici.
Come emblema dell’economia a somma zero, la societa’ di comodo offshore non conosce rivali […]
Il mercato delle societa’ di comodo e’ decollato solo negli ultimi trent’anni.
Prendiamo il caso dello studio Mossack Fonseca, che possiamo esaminare sulla base di dati completi grazie alla clamorosa fuga di notizie del 2016.
Dalla fondazione nel 1977 al 1986, Mossack Fonseca creava qualche centinaio di societa’ di comodo all’anno; dal 1986 al 1999, migliaia; dal 2000 al 2010, piu’ di diecimila. Dopo la crisi finanziaria, il dato torno’ a scendere poco sotto diecimila. Ma l’anno in cui fu travolto dallo scandalo, lo studio aveva creato 210000 societa’ in ventuno centri finanziari offshore, soprattutto nelle Isole Vergini Britanniche e a Panama.
Non abbiamo stime affidabili sul numero di societa’ di comodo attive in tutto il mondo, ma con ogni probabilita’ sono centinaia di migliaia, forse perfino milioni

Info:
https://iltalebano.com/2019/10/16/il-trionfo-dellingiustizia/
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/10/19/fisco-aumenti-delliva-e-tasse-sulla-casa-fanno-il-gioco-dei-super-ricchi/5971095/

Capitalismo/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Missione economia – Laterza (2021)

La crisi del Covid-19 ha rivelato anche la grande fragilita’ del capitalismo.
Le persone che operano nell’ambito della cosiddetta gig economy, ossia l’economia del lavoro a chiamata, non hanno nessuna sicurezza.
I livelli elevati di indebitamento delle imprese – dovuti in parte alla necessita’ di pagare i dividendi, riacquistare azioni proprie e aumentare indirettamente la retribuzione dei dirigenti – hanno privato molte aziende delle risorse con cui poter fronteggiare la situazione.
La strategia di affidarsi a catene di fornitura globali fragili per tagliare i costi e ridurre il potere contrattuale dei lavoratori in loco si e’ rivelata un tallone d’Achille quando la pandemia ha interrotto la produzione a livello globale creando una concorrenza agguerrita anche per beni essenziali come le mascherine.
Alcuni governi, in particolare quelli del Regno Unito e degli Stati Uniti, erano andati verso un’esternalizzazione talmente spinta verso il settore privato e le societa’ di consulenza che non sono stati in grado di gestire la crisi in modo adeguato […]
Numerosi governi un tempo fautori dell’austerita’ si sono improvvisamente orientati verso la spesa pubblica – indebitandosi e creando deficit di dimensioni tali che un tempo avrebbero causato un’apoplessia ideologica – nel tentativo di fare l’impossibile (il famoso whatever it takes) per tenere vive le rispettive economie nazionali.
Nel fuoco incrociato di un crollo della produzione unito al crollo della domanda – in gran parte indotti dallo Stato per domare il virus –, il modello economico e sociale Thatcher-Reagan ha fallito, e l’economia globale sta lottando contro una depressione storicamente gravissima

Info:
https://www.laterza.it/2021/04/28/mariana-mazzucato-racconta-missione-economia/
https://francosenia.blogspot.com/2021/05/uneconomista-pericolosa.html
https://www.corriere.it/cultura/21_maggio_04/mazzucato-stato-innovatore-un-analisi-confortante-ma-discutibile-971fab64-acea-11eb-b89d-9c2f0a2ddccd.shtml
https://www.articolo21.org/2021/06/leconomista-mariana-mazzucato-in-missione-con-pietro-del-solda-al-festival-delleconomia-di-trento-4-giugno-2021/

Capitalismo/Foer

Franklin Foer – I nuovi poteri forti. Come Google, Apple, Facebook e Amazon pensano per noi – Longanesi (2018)

Secondo uno dei luoghi comuni del nostro tempo, una frase che quando venne pronunciata per la prima volta sembrava un’iperbole, ma oggi appare azzeccatissima, «i dati sono il nuovo petrolio».
«Dati» e’ una parola incruenta, ma rappresenta qualcosa di piuttosto cruento, perche’ si tratta dell’archivio delle nostre azioni: quello che leggiamo, quello che guardiamo, dove ci spostiamo nell’arco di una giornata, quello che compriamo, la nostra corrispondenza, le ricerche che facciamo, i pensieri che iniziamo a scrivere e poi cancelliamo.
Se si dispone di un numero sufficiente di dati, e’ possibile individuare correlazioni e trovare schemi […]
I dati corrispondono a una comprensione degli utenti, un ritratto della nostra mente. […]
I dati consentono di sapere dove sara’ una persona domani in un raggio di venti metri e di prevedere, con un ragionevole livello di precisione, se una relazione amorosa durera’.
Il capitalismo ha sempre sognato di attivare il desiderio di consumo, di avere la capacita’ di sfruttare il cervello umano per stimolare il desiderio di prodotti che questo non aveva mai pensato di volere.
I dati contribuiscono a realizzare questo vecchio sogno: ci rendono piu’ malleabili, piu’ propensi alla dipendenza, piu’ facili da condizionare.
E’ per questo che i consigli di Amazon portano cosi’ spesso a un acquisto, e che gli annunci su Google generano clic. […]
I dati non somigliano al petrolio, perche’ mentre quest’ultimo e’ una risorsa limitata, i dati sono rinnovabili all’infinito e consentono continuamente ai nuovi monopolisti di condurre esperimenti per essere in grado di anticipare le tendenze, comprendere meglio i clienti e creare algoritmi piu’ efficaci.

Info:
http://www.mangialibri.com/libri/i-nuovi-poteri-forti
https://luz.it/spns_article/franklin-foer-intervista/
https://www.anobii.com/books/I_nuovi_poteri_forti/9788830451117/01b615ecf78e1d30ad