La forza del nome di un marchio sta nella sua capacita’ di tenere alla larga la concorrenza […]
Per qualsiasi nuovo concorrente potenziale, scalzare un’azienda gia’ presente sul mercato e’ reso ancora piu’ difficile dal fatto che il prezzo pagato al fornitore di solito e’ una piccola parte di quello che vale un prodotto di buona qualita’ agli occhi del compratore.
E infatti i costi legati alla costruzione del marchio e alla distribuzione spesso sono molto maggiori dei costi di fabbricazione. Per molti beni, il costo di produzione rappresenta non piu’ del 10-15 per cento del prezzo al dettaglio. Questo significa che un produttore piu’ efficiente puo’ fare ben poco per influenzare il prezzo finale del prodotto, in termini percentuali: ridurre il suo costo di produzione del 50 per cento servirebbe solo a ridurre il costo complessivo per l’acquirente al massimo del 7,5 per cento.
Potrebbe essere comunque una somma significativa, ma ai compratori, come dimostra un’ampia letteratura, quello che interessa apparentemente sono i cambiamenti proporzionali. In un famoso esperimento, i ricercatori chiesero a un gruppo di partecipanti se sarebbero stati disposti a farsi un viaggio in macchina di venti minuti per risparmiare 5 dollari su un totale di 15, e a un altro gruppo se avrebbero fatto lo stesso per 5 dollari su un totale di 125. Venti minuti sono sempre venti minuti e 5 dollari sono sempre 5 dollari, ma le risposte furono molto diverse: «Il 68 per cento dei partecipanti era disposto a fare un viaggio in piu’ per risparmiare 5 dollari su 15, mentre solo il 29 per cento era disposto a compiere lo stesso sforzo se la cifra di riferimento era 125 dollari». Il punto e’ che 5 dollari e’ un terzo di 15 dollari, ma solo il 4 per cento di 125, per questo in un caso erano disposti a farlo e nell’altro no.
I consumatori difficilmente vorranno cambiare venditore per risparmiare il 7,5 per cento.
Questo significa che i prezzi dei prodotti cinesi possono salire leggermente, ma nessuno ci farebbe molto caso. Inoltre, non c’e’ motivo per cui questi prezzi debbano crescere significativamente nel prossimo futuro. La Cina e’ un grande paese, con un gran numero di persone poverissime disposte a lavorare ai salari attuali, quindi i costi sono destinati a rimanere bassi.
Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/una-buona-economia-per-tempi-difficili-di-abhijit-v-banerjee-e-esther-duflo/
https://www.lindiceonline.com/osservatorio/abhijit-v-banerje-ed-esther-duflo-buona-economia-tempi-difficili/
https://www.doppiozero.com/una-buona-economia-per-questi-tempi-difficili