[La] violenta offensiva del capitale significa innanzi tutto una cosa: mercificazione crescente.
Sempre piu’ la nostra vita e’ mercificata e sempre piu’ la societa’ si piega alle esigenze del mercato. Dove c’e’ uno spazio, si crea un mercato e dove c’e’ un mercato si eliminano le regole che ne ostacolano la legge, quella del piu’ ricco e del piu’ forte.
Gli spiazzi d’asfalto diventano parcheggi a pagamento; le spiagge, stabilimenti privati; gli ospedali, mercati della salute.
E ogni volta che si crea un mercato, si introduce un nuovo prezzo da pagare e una nuova discriminazione ai danni della collettivita’, come garanzia che, a chi possa permetterselo, non manchi niente: meno tempo perso nella ricerca di un posto per parcheggiare, meno gente nelle spiagge belle, i migliori medici al proprio servizio. Contrastare questa tendenza significa innanzi tutto rendere esplicito lo scontro e rifiutare la logica dell’efficienza e del bene comune.
La mistificazione borghese delle relazioni di mercato improntate al benessere collettivo e’ funzionale agli interessi strategici del capitale poiche’ consente di condurre la lotta di classe senza alcuna dichiarazione esplicita di guerra. Ed e’ cosi’ che i cittadini, ma soprattutto i lavoratori, non essendo neanche chiamati alle armi, perdono la lotta senza neppure combatterla.
La sinistra ha fatto sua l’intera storia della razionalita’ del mercato, per incompetenza o convenienza politica (nell’inseguimento forsennato del centro, piccolo e medio borghese e, perché no?, del grande capitale).
Capitalismo/Palermo
Il mito del mercato globale . Critica delle teorie neoliberiste – Giulio Palermo – Manifestolibri (2004)