L’esigenza delle grandi aziende [e’] di massimizzare il rendimento per l’azionista.
Come il Pil, anche questo imperativo non esiste da sempre. Le sue origini si possono far risalire al 1919, con la storica sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti «Dodge contro Ford Motor Company».
All’epoca, la Ford Motor Company aveva una notevole eccedenza di capitale e Henry Ford aveva deciso di utilizzarne una parte per aumentare i salari ai suoi operai, che erano gia’ considerati piuttosto alti.
I fratelli Dodge, due dei maggiori azionisti della casa automobilistica, intentarono causa alla Ford per questa decisione, sostenendo che il capitale della compagnia apparteneva agli azionisti e che aumentare i salari senza necessita’ equivaleva di fatto a un furto ai loro danni.
La Corte suprema delibero’ in loro favore, stabilendo un precedente. Le decisioni delle aziende andavano prese anzitutto nell’interesse degli azionisti. Se gli amministratori delegati vogliono spendere del denaro per aumentare i salari o per proteggere l’ambiente in un modo che si traduce in rendimenti piu’ bassi per gli azionisti, non possono farlo, perche’ e’ sostanzialmente illegale.
Oggi le grandi aziende sono governate da questo imperativo, e cio’ forse le rende molto piu’ avide di quanto sarebbero altrimenti.
Abolirlo e’ un passo importante per metterle nelle condizioni di prendere in considerazione altre priorita’
Info:
https://www.ibs.it/the-divide-guida-per-risolvere-libro-jason-hickel/e/9788842824961/recensioni
https://www.culturamente.it/libri/politica-economica-jason-hickel/
https://www.ilsaggiatore.com/libro/the-divide/