I paradisi fiscali si possono suddividere in tre gruppi principali.
Il primo e’ formato dai paradisi fiscali europei: il Lussemburgo, la Svizzera e i Paesi Bassi, che sono probabilmente i piu’ noti, quindi il Belgio, l’Austria, il Principato di Monaco e il Liechtenstein.
Poi ci sono i paradisi fiscali situati negli Stati Uniti, come Manhattan, la Florida e il Delaware, e nei territori compresi nella sfera di influenza americana, per esempio le Isole Vergini americane, le Isole Marshall, la Liberia e Panama.
Ma la rete di paradisi fiscali di gran lunga piu’ estesa e importante e’ quella, creata ai tempi del potentissimo impero britannico, che ruota intorno alla Gran Bretagna: di questa rete fanno parte le tre dipendenze della Corona, cioe’ Jersey, Guernsey e l’Isola di Man, i quattordici Territori britannici d’oltremare, tra cui le Isole Cayman, le Isole Vergini Britanniche e Gibilterra, e infine alcuni territori che non sono piu’ ufficialmente controllati dalla Gran Bretagna, sebbene un tempo fossero soggetti al suo potere imperiale, come Hong Kong, Singapore, le Bahamas, Dubai, l’Irlanda, Vanuatu e il Ghana.
Probabilmente, lo snodo piu’ importante di questa rete globale di paradisi fiscali e’ la City di Londra.
Puo’ sembrare equivoco, ma per City di Londra non si intende la capitale del Regno Unito, bensi’ un piccolo distretto amministrativo all’interno della citta’, che ospita il potente settore finanziario londinese. La City e’ in grado di funzionare come un paradiso fiscale perche’ e’ immune da molte leggi nazionali, non e’ soggetta ad alcun controllo parlamentare e – soprattutto – e’ esentata dall’obbligo di applicare le norme in materia di liberta’ dell’informazione
Info:
https://www.ibs.it/the-divide-guida-per-risolvere-libro-jason-hickel/e/9788842824961/recensioni
https://www.culturamente.it/libri/politica-economica-jason-hickel/
https://www.ilsaggiatore.com/libro/the-divide/