Nel 1971 Richard Nixon si limito’ a dare il colpo di grazia al gold standard. Da li’ in poi la maggior parte delle monete principali non fu piu’ legata a un tasso di cambio fisso.
L’abbandono del cambio fisso e la fluttuazione della valuta hanno dato a governi emittenti di moneta come gli Stati Uniti un margine di manovra piu’ ampio col quale sostenere la piena occupazione.
Nonostante il collasso del sistema di cambi fissi di Bretton Woods, la mentalita’ del gold standard continua a dominare il nostro dibattito pubblico sulle politiche commerciali ed e’ il motivo per cui cosi’ tanti politici ancora considerano il deficit estero come qualcosa di intrinsecamente pericoloso.
All’interno di un gold standard, il governo puo’ effettivamente rimanere a corto di oro.
Con la fine del gold standard e/o dei tassi di cambio fissi globali, questo modo di ragionare non e’ piu’ valido. L’unica eredita’ lasciataci da Bretton Woods e’ che il dollaro USA continua a giocare un ruolo centrale nell’economia globale.
Quando le aziende e i governi di varie parti del mondo intraprendono scambi commerciali fra loro scrivono una larghissima parte dei loro contratti in dollari americani – anche quando nessuno dei due paesi utilizza il dollaro come moneta interna! Anche una manciata di altre monete importanti, come l’euro, svolge questo ruolo, ma nessuna di esse si approssima a dominare i mercati allo stesso livello del dollaro USA, coinvolto in quasi il 90 per cento degli scambi attuali. Questa e’ la situazione alla quale si riferiscono le persone quando affermano che il dollaro americano e’ la moneta dominante a livello globale.
Le cose potrebbero cambiare? Sì, certamente.
Niente dura per sempre.
Info:
http://osservatorioglobalizzazione.it/recensioni/il-mito-del-deficit-kelton/
https://www.lafionda.org/2020/09/27/il-mito-del-deficit/
https://fazieditore.it/catalogo-libri/il-mito-del-deficit/
https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/19308-brian-cepparulo-il-mito-del-deficit-stephanie-kelton-e-la-nuova-frontiera-della-mmt.html