L’afonia della sinistra e’ diventata, come si dice, “assordante”.
Dopo la “terza via” blairiana, dopo il “progressivismo” ipercapitalistico e liberista clintoniano, dopo essersi stretti attorno al baluardo della crescita, sperando che questa arrivasse, mal proteggendo i ceti medi e auspicando che insistere sui diritti civili (ma non troppo, come nel caso dello ius soli) compensasse la perdita di rappresentanza sui temi economico-sociali, la disarticolazione dei “corpi intermedi”, senza preoccuparsi delle periferie, delle disuguaglianze crescenti, delle derive territoriali e locali, la sinistra ha finito per lasciare il popolo, nelle sue molte forme, abbandonato, stremato, confuso, perso, esposto alle piu’ concrete promesse dei “populisti” che lo hanno degnato di attenzione.
Le quali hanno preannunciato non solo panacee ambientaliste e finanche pauperiste – prefigurando la “decrescita felice”, scagliandosi contro l’euro, il capitalismo delle multinazionali, la globalizzazione e la “casta” – ma la fine della poverta’, il reddito di cittadinanza per tutti, la democrazia digitale.
Promesse populiste, certo, ma che sono andate a pescare in un fondo dove le altre avevano prosciugato il consenso, isterilendolo.
Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858141779
https://www.letture.org/le-radici-del-populismo-disuguaglianze-e-consenso-elettorale-in-italia-pier-giorgio-ardeni