Le donazioni filantropiche dei benestanti sono in aumento […] E’ affar loro come donano i propri soldi, naturalmente.
Ma non del tutto.
I benefattori possono dedurre queste donazioni dal loro reddito imponibile, e le fondazioni o i lasciti caritatevoli che le ricevono non devono pagare imposte sul reddito che generano.
In termini economici, queste deduzioni e queste entrate al netto delle imposte sono l’equivalente di sovvenzioni governative. Nel 2011, l’ultimo anno per cui sono disponibili dati affidabili, raggiunsero circa 54 miliardi di dollari. […]
Queste sovvenzioni pubbliche sono normalmente erogate sotto gli occhi vigili dei ricchi che fanno le donazioni, senza dover rendere conto ai cittadini […]
Inoltre, anche se viene chiamata “deduzione filantropica”, ben poco di questa sovvenzione pubblica finisce ai poveri. Un’analisi del 2005 del Center on Philanthropy della Indiana University mostro’ che anche nella migliore delle ipotesi solo un terzo delle donazioni “filantropiche” e’ destinato ad aiutare i poveri.
Una grossa fetta va a compagnie liriche, musei d’arte,
orchestre sinfoniche e teatri: tutte iniziative degne, certo, ma non “opere di carità” nell’accezione normale del termine […] Un’altra parte va alle scuole secondarie e alle universita’ d’elite che i benefattori a loro tempo frequentarono, o che adesso vogliono far frequentare ai loro figli.
Info:
https://www.artapartofculture.net/2015/09/24/come-salvare-il-capitalismo-robert-reich-racconta-le-difficili-dinamiche-delleconomia/
https://www.criticaletteraria.org/2015/12/reich-come-salvare-il-capitalismo-fazi.html