Ogni esodo individuale e’ un trionfo dell’intelligenza, del coraggio e dell’ingegno umano sulle barriere burocratiche imposte dai ricchi impauriti.
In quest’ottica emotiva, qualsiasi politica migratoria che non sia quella delle porte aperte appare spregevole.
Eppure, quella stessa migrazione puo’ anche essere considerata un atto di egoismo: i lavoratori che voltano le spalle ai familiari a carico e gli intraprendenti che abbandonano i meno capaci al loro destino ignorano le proprie responsabilita’ nei confronti di chi vive una situazione ancor piu’ disperata della loro.
In quest’altra ottica emotiva, le politiche migratorie devono ricominciare a occuparsi degli effetti subiti da chi resta, che i migranti stessi trascurano.
La stessa migrazione puo’ persino essere considerata un atto di imperialismo alla rovescia: la vendetta delle antiche colonie. Nei paesi ospitanti, i migranti costruiscono colonie che assorbono risorse destinate ai ceti meno abbienti della popolazione locale, con cui entrano in competizione e di cui minano i valori.
In questa terza ottica emotiva, le politiche migratorie devono tutelare chi rimane a casa propria.
Le migrazioni scatenano reazioni emotive, ma se le scelte politiche fossero dettate dall’emotivita’ potrebbero prendere qualsiasi direzione.
Prima ancora di essere analizzati, i fenomeni migratori sono stati strumentalizzati dalla politica.
Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/il-futuro-del-capitalismo-di-paul-collier/
https://www.theguardian.com/books/2013/sep/19/exodus-immigration-paul-collier-review
https://blogs.lse.ac.uk/lsereviewofbooks/2013/08/05/book-review-exodus-how-migration-is-changing-our-world/