Se i figli del Sessantotto erano mediamente piu’ colti dei loro genitori, oggi e’ il contrario.
La crisi dell’istituzione scolastica e’ sufficientemente nota ed e’ quindi inutile soffermarvisi: la scuola ha da molto tempo smesso di educare, fa sempre piu’ fatica a istruire.
Dal momento che si diffonde l’idea che e’ in fondo inutile imparare cose di cui non si puo’ fare un immediato uso pratico, la sete di conoscenza si spegne subito. Non c’e’ piu’ curiosita’ o interesse per cio’ che accadeva «quando non ero ancora nato». D’altronde, poiche’ adesso tutto e’ su internet, a cosa serve sapere? […]
E la televisione, sempre tra due programmi di pubblicita’ menzognere (lo sono tutte), prosegue la sua impresa di istupidimento e infantilizzazione programmata, sotto la direzione di presentatori tanto spregevoli quanto chiassosi e pretenziosi, volgari e pieni di se’.
Da Telethon alle «marce per la malattia di Alzheimer» o la mucoviscidosi («per essere solidali»), le manifestazioni di «solidarieta’» non si contano piu’, concludendosi regolarmente in kermesse festive, il che permette di acquistare una buona coscienza a buon mercato. Ci si diverte da matti a un concerto, ma e’ a beneficio dei malati di aids. Ci si abbuffa a una festa, ma e’ per lottare meglio contro la fame nel mondo.
Jeff Koons, interrogato sulle ragioni per le quali espone le sue «installazioni» al castello di Versailles, risponde che la sua opera «e’ fondata in primo luogo sulla tolleranza». Tutto si spiega […]
Si acquistano auto «ecologiche» senza interrogarsi sull’utilita’ stessa dell’auto (o sul fatto che un milione di auto poco inquinanti inquineranno sempre piu’ di cento auto tradizionali).
I polli di batteria e gli animali di allevamento sono trattati come cose da un’industria agro-alimentare dove la produttivita’ e’ la regola, ma gli animali di compagnia, gatti e cani in testa, sono oggetto di attenzioni e di coccole (gioielli, profumi, se non addirittura cure di psicoterapia) che la dicono lunga piu’ sulla psicologia dei loro proprietari che sui loro bisogni reali.
Non si puo’ piu’ nemmeno acquistare un pullover senza trovarvi un’etichetta indicante che i diritti dell’uomo (e del bambino) sono stati rispettati nella sua fabbricazione.
Info:
https://www.ilfoglio.it/articoli/2014/01/22/news/i-banali-demoni-del-bene-51782/
https://www.barbadillo.it/38725-libri-i-demoni-del-bene-di-de-benoist-critica-al-pensiero-unico-e-al-gender/
https://ilmangiacarte.wordpress.com/2021/05/20/demoni-del-bene/
https://ilpensierostorico.com/de-benoist-demoni-del-bene/