La nuova scienza dominante, quella microeconomia neoclassica che veniva insegnata con metodo dogmatico nelle migliori universita’ del mondo, non ammetteva critiche.
La gestione privata, salvo casi eccezionalissimi, andava considerata piu’ efficiente di quella pubblica.
Il pubblico era un carrozzone burocratico e spesso parassitario, l’esito della cui ipertrofia non poteva che essere una brutta fine, come quella fatta dall’Unione Sovietica e dal blocco di Varsavia.
I critici delle privatizzazioni in quella fase, indipendentemente dai dati disponibili e dal merito delle loro critiche (disastri delle ferrovie inglesi, impatto catastrofico dello smantellamento della sanita’ pubblica in Italia, catastrofi sociali in Cile, Bolivia e Argentina dovute al cosiddetto “el modelo”), non venivano invitati ai convegni e alle tavole rotonde, erano tacciati di essere comunisti nostalgici, non potevano pubblicare i loro studi sulle piu’ prestigiose riviste attraverso le quali il pensiero unico neoliberale, profumatamente finanziato da fondazioni e think tank conservatori fin dagli anni Settanta, era riuscito a egemonizzare l’accademia […]
Chi era pro stava con la scienza “economica” e aveva accesso al prestigio accademico. Chi era “contro” era reazionario, conservatore, nostalgico e ideologico e sicuramente “antiscientifico” nel suo atteggiamento.
Info:
https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__diritto-essere-contro-ugo-mattei-libro.php
https://officinebrand.it/offpost/il-diritto-di-essere-contro-ugo-mattei-a-bussoleno-presenta-il-nuovo-libro/
https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/24874-davide-miccione-il-diritto-di-non-essere-a-favore.html?highlight=WyJ1Z28iLCJtYXR0ZWkiLCJtYXR0ZWknIiwidWdvIG1hdHRlaSJd