Secondo la visione convenzionale, al centro dell’universo monetario si trova il contribuente, in ragione della credenza per la quale lo Stato, di per se’, non possiede denaro.
Ne consegue che gli unici soldi disponibili per finanziare lo Stato devono provenire in ultima istanza dalle persone comuni come noi.
La MMT [Modern Monetary Theory] cambia radicalmente questa nostra comune rappresentazione riconoscendo il fatto che non e’ il contribuente a finanziare le spese dello Stato bensi’ l’istituto di emissione monetaria, cioe’ il governo centrale stesso; e che l’idea per la quale sono le tasse a finanziare le spese dello Stato e’ pura e semplice fantasia […]
Solo perche’ non esistono vincoli finanziari al bilancio dello Stato non significa che non vi siano limiti reali a cio’ che il governo puo’ (e dovrebbe) fare. Ogni economia ha i propri limiti di velocita’ interni, regolati dalla disponibilita’ delle sue risorse produttive reali: lo stato della tecnologia e la quantita’ e qualita’ delle sue terre, dei suoi lavoratori, delle sue fabbriche, dei suoi macchinari e delle altre risorse materiali.
Se lo Stato spende troppo in un’economia che sta gia’ correndo a piena velocita’, l’inflazione comincera’ ad accelerare.
Dei limiti quindi esistono. Questi, pero’, non stanno nella possibilita’ del nostro governo di spendere soldi o nel deficit, ma nelle pressioni inflazionistiche e nelle risorse presenti all’interno dell’economia reale.
La MMT distingue dunque nettamente i limiti reali dai vincoli immaginari e autoimposti.
Info:
http://osservatorioglobalizzazione.it/recensioni/il-mito-del-deficit-kelton/
https://www.lafionda.org/2020/09/27/il-mito-del-deficit/
https://fazieditore.it/catalogo-libri/il-mito-del-deficit/
https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/19308-brian-cepparulo-il-mito-del-deficit-stephanie-kelton-e-la-nuova-frontiera-della-mmt.html