Per certi aspetti gli enti no-profit entrano a gamba tesa sul mercato nei confronti della concorrenza commerciale a tutti gli effetti, che non ha armi per affrontare la competizione di operatori avvantaggiati da facilitazioni e dall’ampio ricorso al volontariato.
Il terzo settore viene in soccorso della popolazione e aiuta a soddisfare i bisogni della gente, ma al contempo riduce gli spazi del mercato e dell’azione politica.
Alcuni sociologi definiscono questa situazione una «distorsione», ma appaiono inascoltati perché le associazioni di volontariato del no-profit suggeriscono all’opinione pubblica che si occupano del bene della gente (come se una societa’ commerciale onesta non lo facesse).
E se un industriale o un finanziere d’assalto volesse ridurre al silenzio i suoi concorrenti? Potrebbe farlo finanziando associazioni che si intromettano nel sociale con enti di facciata e organizzazioni di volontariato?
Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2013/04/recensione-paolo-gila-capitalesimo-bollati-boringhieri/
https://www.sololibri.net/Capitalesimo-Paolo-Gila.html