La storia ci insegna che la liberalizzazione del commercio e’ stata il risultato e non la molla dello sviluppo economico […]
In pratica, tutti i paesi che oggi sono ricchi hanno fatto ricorso a politiche nazionaliste (dazi, sovvenzioni, limitazioni agli scambi con l’estero ecc.) per promuovere le loro industrie nascenti […] hanno liberalizzato il commercio solo quando le loro aziende erano pronte, e anche a quel punto lo hanno fatto in maniera graduale […] hanno imposto norme e limitazioni sugli investimenti stranieri [IDE= investimenti diretti esteri], quando erano loro a riceverli.
A volte le regolamentazioni sono state draconiane, come dimostrano Finlandia, Giappone, Corea e Stati Uniti (in alcuni settori).
Ci sono state economie che hanno prosperato corteggiando attivamente gli IDE, quali Singapore e Irlanda, ma anche questi paesi non hanno adottato rispetto alle multinazionali l’approccio laissez-faire che oggi i cattivi samaritani consigliano ai paesi in via di sviluppo […]
E’ ovvio che, come accade ai genitori che crescono dei figli, anche nel proteggere l’industria nascente le cose possono andare storte. Proprio come alcuni genitori iperprotettivi, i governi possono viziare troppo un’industria nascente. Ci sono figli che non vogliono prepararsi ad affrontare la vita adulta, e ci sono imprese che gettano al vento il sostegno ricevuto. Proprio come alcuni figli manipolano i genitori facendo in modo che continuino a mantenerli anche quando non sono piu’ dei ragazzini, ci sono settori che, grazie ad astute azioni di lobbying, protraggono nel tempo la protezione governativa di cui godono.
Info:
https://www.anobii.com/books/Cattivi_samaritani/9788883501166/019bcc6956602c5bbc