Va ricordato che non necessariamente i flussi migratori partono da paesi poveri e si dirigono verso paesi ad alto livello di sviluppo.
Su un volume stimato di 272 milioni di immigrati a livello mondiale, 112 milioni si sono trasferiti in paesi classificati dall’ONU come in via di sviluppo, e 159 milioni verso paesi sviluppati (IDOS 2019). Una fetta consistente dei flussi (il 41,3%) viaggia sulla direttrice Sud-Sud, e non mancano neppure le migrazioni Nord-Sud, cosi’ come tra gli ingressi nei paesi ad alto reddito una componente importante proviene da altri paesi del Nord globale. Il fatto e’ che alcuni spostamenti e alcuni tipi di immigrati non risultano visibili come tali ai nostri occhi, ossia non li vediamo o non li classifichiamo come immigrati, o comunque non occupano un posto significativo nelle nostre preoccupazioni e nelle nostre paure.
Tipicamente, quando gli immigrati provengono da paesi sviluppati, non li chiamiamo ne’ li trattiamo da immigrati. E quando arrivano da paesi piu’ poveri, ma sono individualmente riscattati dall’eccellenza in qualche campo di attivita’, come lo sport, la musica, la ricerca scientifica, o anche soltanto dalle dimensioni del loro conto bancario, sfuggono egualmente alla scomoda etichetta di immigrati e alle conseguenze che comporta.
La nostra attenzione, cosi’ come il discorso pubblico, si appunta invece su quelle componenti della popolazione immigrata che suscitano allarme o riprovazione. Sono viste come un fattore di turbamento dell’ordine sociale […]
La diversita’ in questione e’ quella che si abbina con la poverta’. Gli immigrati sono visti come gli stranieri poveri che si stabiliscono sul territorio nazionale.
Cio’ significa che il termine “immigrati” comporta una valenza implicitamente ansiogena, minacciosa, o comunque peggiorativa: essendo poveri, questi stranieri arrivano per pretendere aiuto, o (peggio) per portarci via qualcosa. In ogni caso, li vediamo come meno civilizzati, progrediti e moderni di noi. Nei notiziari televisivi, nella cronaca nera, negli interstizi della vita urbana, o anche nelle dicerie incessantemente prodotte sull’argomento cerchiamo e troviamo le conferme di questa visione […] Il nostro sguardo, dunque, influisce sulla considerazione pubblica degli immigrati, sulla loro accettazione o esclusione.
Info:
https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/linvasione-immaginaria-limmigrazione-oltre-i-luoghi-comuni/
https://www.piuculture.it/2020/11/linvasione-immaginaria-limmigrazione-tra-percezione-e-realta/
https://www.ais-sociologia.it/portfolio/maurizio-ambrosinilinvasione-immaginaria-limmigrazione-oltre-i-luoghi-comuni/