Lavoro/De Haas

Migrazioni. La verità’ oltre le ideologie. Dati alla mano – Hein de Haas – Einaudi (2024)

I sindacati hanno sempre guardato con sospetto alla prassi di assumere lavoratori migranti, giudicandola una manovra aziendale del tipo divide et impera, per indebolire il potere dei sindacati mediante l’importazione di manodopera a basso costo.
A partire dagli anni Novanta, pero’, sia i sindacati sia i partiti di sinistra hanno mostrato un approccio piu’ ambiguo all’immigrazione, forse perche’ hanno iniziato a capire che i migranti rappresentano una quota sempre piu’ ampia della classe operaia e quindi del loro bacino elettorale.
Mentre sinistre e sindacati attenuavano l’ostilita’ storica verso l’immigrazione per lavoro, i politici conservatori e di estrema destra adottavano proprio i classici argomenti della sinistra. E lo hanno fatto con l’intenzione di attirare nelle loro file gli operai autoctoni delusi dai politici di sinistra, che tradizionalmente ne difendevano gli interessi ma che sembravano ormai poco attenti ai loro problemi quotidiani.
Il populismo di destra ha colmato questo vuoto di rappresentanza scaricando sull’immigrazione, oltre che sui politici progressisti che avrebbero incoraggiato un’«immigrazione di massa», la colpa della precarieta’ del lavoro e della stagnazione salariale.
In tal modo, una questione della classe operaia ha finito per trasformarsi in una questione nazionalistica.

Info:
https://ilbolive.unipd.it/it/news/societa/undici-miti-sulle-migrazioni-secondo-sociologo
https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/10/01/migranti-il-sociologo-de-haas-i-cambiamenti-climatici-hanno-un-impatto-indiretto-per-gestire-i-flussi-bisogna-ripensare-leconomia/7712706/
https://rbv.biblioteche.it/community/forum/reviews/show/6141

https://ilbolive.unipd.it/it/news/societa/de-haas-ha-contato-22-miti-sul-fenomeno-migratorio
https://ilmanifesto.it/hein-de-haas-varcate-le-frontiere-uomini-e-donne-stipati-nei-luoghi-comuni-della-politica
https://www.lastampa.it/politica/2024/09/29/news/migranti_de_haas_politica_integrazione_accoglienza-14673169/
https://www.ilfoglio.it/politica/2024/06/24/news/ecco-22-miti-da-sfatare-sui-migranti-rifugiati-e-cambiamenti-climatici-6673916/

Geoeconomia/Molinari

La nuova guerra contro le democrazie. Cosi’ le autocrazie vogliono stravolgere l’ordine internazionale – Maurizio Molinari – Rizzoli (2024)


Nella grande guerra d’attrito in corso fra autocrazie e democrazie, l’Italia e’ uno teatri piu’ contesi fra potenze rivali.
Il motivo e’ anzitutto la geografia: trovandosi al centro del Mediterraneo e’ una piattaforma decisiva.
Per la Nato le basi nella Penisola sono quelle indispensabili per monitorare ogni sorta di attivita’ nella regione: dai movimenti delle navi russe alle operazioni sospette dei cargo cinesi e iraniani fino alle basi jihadiste nel Sahel o alle operazioni belliche in Medio Oriente. Sono le infrastrutture Nato che si articolano dalle basi italiane a raccogliere e gestire informazioni di alto valore strategico per la protezione del fianco Sud dell’Alleanza […]
Le basi navali dell’Alleanza atlantica e degli Usa in Italia dispongono in alcuni casi – da Napoli a Taranto – di porti con fondali talmente profondi da poter accogliere ogni tipo di imbarcazioni, destinate alle attivita’ piu’ differenti.
Per non parlare della formazione di giovani funzionari e ufficiali: la Nato dispone sul territorio italiano di una rete di scuole e accademie che servono per creare la nuova generazione di esperti sul Mediterraneo.
Infine, ma non per importanza, le armi nucleari americane posizionate sin dalla Guerra fredda nelle basi Usa nel Nord Italia sono parte integrante della deterrenza strategica dell’Alleanza nei confronti della Russia […]
Nulla da sorprendersi dunque se Russia e Cina sono impegnate in un costante tentativo di indebolire i legami dell’Italia con Ue e Nato. E’ un’operazione visibile a occhio nudo sui social network, dove «attori» russi e cinesi diffondono con frequenza contenuti e fake news in lingua italiana tesi a delegittimare Ue e Nato nonche’ le stesse istituzioni del nostro Paese.

Europa/Tocci

La grande incertezza. Navigare le contraddizioni del disordine globale – Nathalie Tocci – Mondadori (2024)

L’internazionalizzazione delle catene del valore, della finanza e del commercio ha apportato grandi benefici al mondo intero, Europa inclusa.
Basti pensare che l’Europa rappresenta il 3 per cento della superficie terrestre, possiede nel suo sottosuolo il 6 per cento di materiali critici e include il 6 per cento della popolazione globale; eppure conta per ben il 15 per cento dell’economia mondiale e il 54 per cento del welfare sociale ed e’ la prima destinazione per gli investimenti diretti dall’estero.
Se e’ vero che la Cina ha investito in settori strategici ponendo rischi sia per la sicurezza europea sia per lo sviluppo della sua industria, e’ altrettanto vero che gli investimenti cinesi in Europa hanno generato 24 milioni di posti di lavoro, ossia il 16 per cento dell’occupazione nella Ue.
E’ impensabile che gli europei oggi siano disposti a rinunciare a tutto questo […]
Cio’ detto, una maggiore attenzione alla riduzione dei rischi (de-risking), ovvero a limitare le dipendenze eccessive e in quanto tali potenzialmente pericolose, e’ all’ordine del giorno.

Info:
https://formiche.net/2024/10/grande-incertezza-libro-nathalie-tocci/#content

Economia di mercato/Scheidler

La fine della megamacchina. Sulle tracce di una civiltà al collasso – Scheidler Fabian – Castelvecchi (2024)

Si dice spesso che la speculazione e’ sostanzialmente un gioco a somma zero per quanto riguarda la totalita’ degli speculatori; ma nella pratica le cose vanno diversamente.
Infatti, mentre i profitti confluiscono nelle mani dei privati durante la fase di espansione di una bolla speculativa, non appena questa scoppia, le casse pubbliche sono solitamente pronte a compensare gran parte delle perdite e a scaricarle sulla societa’ in generale.
Un esempio tipico e’ la grande crisi bancaria e immobiliare degli Stati Uniti del 1982, nota come “Savings and Loan Crisis”: dopo lo scoppio della bolla, il settore pubblico si e’ assunto la responsabilita’ dei costi per ben 124 miliardi di dollari, mentre le societa’ private hanno dovuto coprire perdite per soli 29 miliardi.
Questo schema si e’ ripetuto dall’inizio degli anni Ottanta nelle innumerevoli crisi bancarie e finanziarie, fino alla crisi finanziaria globale del 2008 e alla successiva “crisi dell’euro”.
Per rendere la speculazione redditizia in modo duraturo, pertanto, non solo e’ necessario abolire le norme ostruzionistiche, ma anche garantire che le perdite speculative non siano sostenute dagli stessi speculatori. Sebbene questo principio sia incompatibile con l’ideologia neoliberista, esso ha ricoperto fin dall’inizio un ruolo cruciale nella pratica.

Info:
https://www.goethe.de/ins/it/it/sta/rom/ver.cfm?event_id=26236804
https://www.rivoluzioneanarchica.it/fine-della-megamacchina-un-libro-di-fabian-scheidler/

https://www.officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/cosi-la-megamacchina-neoliberista-sta-distruggendo-il-nostro-mondo-da-il-fatto/
https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/fatto-for-future-del-26-marzo-2024/

Capitalismo/Stiglitz

La strada per la libertà – Joseph E. Stiglitz – Einaudi (2024)

Oggi e’ il neoliberismo – la fede nei mercati non regolamentati e senza freni – ad aver portato a enormi disuguaglianze, offrendo terreno fertile ai populisti.
I crimini del neoliberismo comprendono l’aver reso i mercati finanziari liberi di far esplodere la piu’ grande crisi finanziaria nell’arco di tre quarti di secolo; l’aver reso il commercio libero di accelerare la deindustrializzazione; e l’aver reso le grandi aziende libere di sfruttare in egual misura consumatori, lavoratori e ambiente […]
Questa forma di capitalismo non incrementa la liberta’ nella nostra societa’. Ha invece portato alla liberta’ di pochi a spese dei molti. Liberta’ per i lupi; morte per le pecore.
Problemi simili si presentano a livello internazionale, rivelando interessanti e importanti correlazioni tra il concetto di regole e l’ideale di liberta’. Non che la globalizzazione proceda senza regole, ma quelle regole garantiscono liberta’ e impongono costrizioni in modi che generano ovunque lo stesso destino divergente per lupi e pecore: solamente, i lupi e le pecore sono distribuiti in diverse regioni e nazioni del mondo.
Insite nei cosiddetti «trattati di libero scambio» ci sono regole che riducono la liberta’ dei Paesi in via di sviluppo, dei mercati emergenti e delle persone che li’ vivono, mentre ampliano la liberta’ di sfruttamento da parte delle multinazionali.

Stato/Giannuli

Geopolitica. Comprendere il nuovo ordine mondiale – Aldo Giannuli – Ponte alla Grazie (2024)

La diffusione di una lingua oltre i limiti dello Stato in cui e’ lingua madre comporta una serie di notevoli vantaggi: in primo luogo la diffusione dei propri organi di informazione, sia cartacei che radiotelevisivi, in altri paesi, permette di esercitare su di essi una notevole azione di influenza.
In secondo luogo agevola la possibilita’ di diffondere in lingua originale le proprie opere letterarie, cinematografiche, teatrali ecc. che sono eccellenti veicoli di soft power.
In terzo luogo procura notevoli vantaggi economici per la ricaduta turistica e la vendita dei propri prodotti in lingua.
Infine facilita molto la partecipazione al dibattito scientifico internazionale, con la diffusione della propria produzione scientifica, che, ovviamente, non puo’ essere tutta tradotta nelle diverse lingue internazionali.
Gli italofoni nel mondo (anche a causa di emigrazione e immigrazione, della presenza di enclave storiche in Svizzera e in alcune ex colonie come Somalia, Eritrea, Libia e soprattutto Albania) sono circa 200 milioni, e l’italiano e’ la quarta lingua studiata nel mondo.
Dunque un bacino ragguardevole su cui operare. Cio’ nonostante, i governi italiani non hanno mai destinato alcuna particolare attenzione alla difesa della lingua nazionale, piu’ preoccupati del fatto che gli studenti italiani studino l’inglese che del fatto che l’italiano sia conosciuto nel mondo, il che la dice lunga sul provincialismo e lo scarsissimo valore culturale del ceto politico italiano.

Info:
https://www.europeanaffairs.it/bookreporter/2024/09/25/geopolitica-un-viaggio-nel-cuore-dei-conflitti-globali-con-aldo-giannuli/
https://www.startmag.it/mondo/come-e-nata-la-geopolitica/

https://www.reportdifesa.it/editoria-il-nuovo-libro-di-aldo-giannuli-ponte-alle-grazie-analizza-la-geopolitica-nel-mondo-di-oggi/
https://osservatorioglobalizzazione.it/osservatorio/maddalungeopolitica/

Societa’/Scheidler

La fine della megamacchina. Sulle tracce di una civiltà al collasso – Scheidler Fabian – Castelvecchi (2024)


La nazione e’ […] una «comunita’ immaginata».
Nessun italiano potra’ mai conoscere i suoi 60 milioni di compatrioti, nessun cittadino statunitense potra’ mai conoscere gli altri 320 milioni di statunitensi e nessun indiano potra’ mai conoscere tutti gli 1,2 miliardi di indiani.
Eppure, ancora oggi, molti credono di far parte di una grande comunita’ di italiani, statunitensi o indiani, di formare una comunita’ con un destino comune, e questo anche quando i propri compatrioti li trattano male ogni giorno.
Per molte persone, l’astrazione della nazione e’ diventata il sostituto di una comunita’ reale, di una effettiva partecipazione e di una vera solidarieta’; tale idea, inoltre, e’ stata in larga misura strumentalizzata per distrarre dai conflitti sociali e per mobilitare le persone […]
L’idea di nazione come comunita’ di popolo, infatti, distrae dalle lotte condotte in nome della giustizia e di una partecipazione autentica che attraversano trasversalmente tutte le societa’. Costruisce un corpo nazionale in cui proprietari di fabbriche e operai, ministri della guerra e soldati collaborano insieme a uno scopo comune superiore. Suggerisce ai singoli di far parte di un grande progetto comune: la costruzione di una gloriosa nazione, una sorta di super-famiglia.
L’idea promette che un po’ del fascino della grandezza nazionale ricada sulle singole e desolate vite degli individui […]
Passo dopo passo, l’idea di nazione doveva essere spogliata del suo contenuto socio-rivoluzionario, gli antagonismi di classe dovevano essere messi in secondo piano e i punti in comune dei rispettivi “popoli” posti in evidenza. I mezzi di comunicazione di massa in rapida espansione fornirono a tal proposito un importante servizio; soprattutto le scuole, l’esercito e l’università divennero centri di indottrinamento dell’idea di nazione […]
Con le bandiere e gli inni, vennero deliberatamente creati dei simboli di identificazione attorno ai quali venne inscenato un culto quasi religioso […]
L’equazione che si volle stabilire si presentava piu’ o meno cosi’: popolo = nazione = Stato.
Che questa manovra potesse riuscire, almeno in parte, e’ un’impresa sorprendente a un esame piu’ attento. Infatti, per tutto il primo periodo moderno e fino al XIX secolo, lo Stato era un’istituzione assolutamente ostile per la maggior parte delle popolazioni europee (per non parlare dei popoli colonizzati): riscuoteva le tasse con la forza, inghiottiva gli uomini per l’apparato militare, imponeva il recupero dei crediti, sottoponeva i poveri a una giustizia draconiana […]
La situazione cambio’ solo quando i governi soddisfecero gradualmente le richieste individuali dei lavoratori: riduzione dell’orario di lavoro, estensione del diritto di voto, misure di protezione del lavoro, assicurazioni sociali.
Questi passi, a loro volta, crearono una parziale fusione di interessi tra lo Stato nazionale e la forza lavoro; lo Stato tutelo’ i “suoi” lavoratori con misure protezionistiche nei confronti di altre forze lavoro, e cosi’ l’ideologia nazionale pote’ trovare un certo terreno di coltura.

Info:
https://www.goethe.de/ins/it/it/sta/rom/ver.cfm?event_id=26236804
https://www.rivoluzioneanarchica.it/fine-della-megamacchina-un-libro-di-fabian-scheidler/

https://www.officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/cosi-la-megamacchina-neoliberista-sta-distruggendo-il-nostro-mondo-da-il-fatto/
https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/fatto-for-future-del-26-marzo-2024/

Populismo/De Haas

Migrazioni. La verità’ oltre le ideologie. Dati alla mano – Hein de Haas – Einaudi (2024)

E’ vero che negli ultimi decenni i Paesi occidentali hanno assistito a un incremento dei tassi di immigrazione. E’ altrettanto vero che la quota di immigrati non europei in Europa e in Nord America è cresciuta […]
Si tratta di due dati in linea con l’inversione di tendenza dei flussi migratori globali, dovuta anche al fatto che gli europei hanno smesso di spostarsi in massa in altre parti del mondo.
Tuttavia, l’idea che la migrazione da Sud a Nord si muova sempre piu’ attraverso canali illegali non e’ corroborata da prove. Contrariamente all’opinione diffusa, la stragrande maggioranza dei migranti internazionali, compresi quelli che si trasferiscono da Sud a Nord, si sposta legalmente, con passaporti e visti in regola.
E’ l’interesse mediatico per l’immigrazione illegale ad aver ingigantito a dismisura la portata del fenomeno.
Il dato piu’ autorevole di cui disponiamo per stimare l’entita’ dell’immigrazione illegale e’ il numero di persone arrestate ai confini internazionali, benche’ non si tratti solo di immigrati illegali: una quota piccola ma significativa di quel totale e’ composta di richiedenti asilo, che non rientrano ufficialmente nel computo degli immigrati illegali in quanto cercare asilo all’estero e’ un diritto umano fondamentale.

Info:
https://ilbolive.unipd.it/it/news/societa/undici-miti-sulle-migrazioni-secondo-sociologo
https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/10/01/migranti-il-sociologo-de-haas-i-cambiamenti-climatici-hanno-un-impatto-indiretto-per-gestire-i-flussi-bisogna-ripensare-leconomia/7712706/
https://rbv.biblioteche.it/community/forum/reviews/show/6141

https://ilbolive.unipd.it/it/news/societa/de-haas-ha-contato-22-miti-sul-fenomeno-migratorio
https://ilmanifesto.it/hein-de-haas-varcate-le-frontiere-uomini-e-donne-stipati-nei-luoghi-comuni-della-politica
https://www.lastampa.it/politica/2024/09/29/news/migranti_de_haas_politica_integrazione_accoglienza-14673169/
https://www.ilfoglio.it/politica/2024/06/24/news/ecco-22-miti-da-sfatare-sui-migranti-rifugiati-e-cambiamenti-climatici-6673916/

Lavoro/Mattei

L’economia è politica – Clara E. Mattei – Fuori- scena (2023)

Non basta sfruttare i lavoratori per ottenere merci che producano maggiore valore rispetto al capitale investito; tali merci devono anche essere vendute e questo fatto non e’ per nulla garantito.
Ogni produttore si trova a operare in competizione con tutti gli altri. Per poter sopravvivere, deve vendere le proprie merci meglio degli altri, i quali hanno esattamente lo stesso obiettivo […]
La trincea in cui si consuma la guerra e’ quella dei prezzi. Chi li abbassa vince. E la battaglia sui prezzi e’ inseparabile dalla questione piu’ politica di tutte, ovvero il tasso di sfruttamento.
Cosi’ rientra in gioco il rapporto tra capitale e lavoro, e possiamo comprendere la ragione profonda per cui la crescita della nostra economia, trainata dai capitalisti che sopravvivono, si gioca sulla pelle dei lavoratori.
La tendenza insita nel nostro sistema e’ quella di aumentare il tasso di sfruttamento, non per la crudelta’ dei singoli capitalisti (possono esserlo o meno, e’ secondario) ma per effetto della pressione della competizione reale […]
Se Apple volesse produrre l’iPhone negli StatiUniti invece che nel Sud del mondo, dove puo’ giocare su salari da fame e ritmi di lavoro disumani, e intendesse mantenere lo stesso livello di profitto, dovrebbe venderlo a 30.000 dollari anziche’ a 900. 

Info:
https://www.pde.it/un-libro-al-giorno/leconomia-e-politica-clara-mattei-fuoriscena/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/11/15/davvero-le-scelte-economiche-sono-neutrali-e-inevitabili-no-e-un-luogo-comune-il-libro-di-clara-mattei-spiega-che-in-realta-e-tutta-politica/7354313/
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/11/13/leconomia-e-politica-parole-antiche-per-conflitti-del-futuro/7351420/
https://www.sinistrainrete.info/politica-economica/28826-francesco-tucci-ripoliticizzare-l-economia.html

 

Green New Deal/Keen

L’economia nuova. Moneta ambiente complessita’. Pensare l’alternativa al collasso ecologico e sociale – Steve Keen – Meltemi (2023)

La crescita delle nostre economie implica una crescita del nostro impiego di energia.
Una crescita continua non puo’ non tradursi in un’alterazione significativa del nostro pianeta, e la nostra economia, in ultima analisi, finirebbe per distruggere la vita sul pianeta Terra – e questo non ha niente a che fare con il riscaldamento climatico: e’ una conseguenza delle leggi della termodinamica.
In virtu’ della seconda legge della termodinamica, il ricorso all’energia per svolgere lavoro implica la generazione di una quantita’ prevedibile di dissipazione o di scarto. A un ritmo di crescita economica globale sostenuto, come il 2,3% annuo attuale – un tasso di crescita peraltro ritenuto al giorno d’oggi troppo basso, in quanto porterebbe a una crescita continua della disoccupazione – l’energia dissipata aumenterebbe la temperatura sulla superficie della Terra di 100°C per il venticinquesimo secolo.
A un tasso di crescita globale del 2,3% (scelto convenientemente perche’ rappresenti un aumento di ordine 10 ogni secolo), raggiungeremmo la temperatura a cui l’acqua bolle in circa quattrocento anni da oggi […]
Non credo sia necessario specificare che la vita sulla Terra per allora sarebbe scomparsa del tutto – e il capitalismo ben prima.
L’unico modo in cui la crescita possa essere sostenuta per piu’ di due secoli da oggi richiederebbe che l’umanita’ diventi una “specie multi-planetaria”, per citare Elon Musk. Questo potrebbe effettivamente succedere prima che le leggi della termodinamica ci portino all’estinzione. Tuttavia, il riscaldamento globale non ci concede il lusso dei secoli: abbiamo a stento qualche decennio.

Info:
https://kriticaeconomica.com/letture-kritiche/economia-nuova-steve-keen/
https://che-fare.com/almanacco/politiche/declino-italiano-e-cambiamento-climatico/
https://jacobinitalia.it/salvare-leconomia-da-se-stessa/
https://www.carmillaonline.com/2023/10/18/il-morbo-neoclassico/
https://www.micromega.net/baruffe-tra-economisti-la-questione-climate-change/
https://generazioneliberale.com/2023/03/05/keen-galbraith-ha-portato-la-realta-nelleconomia-e-per-questo-e-stato-dimenticato/